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martedì 9 marzo 2010

Fuori la lista del Pdl a Roma

Fonte: Il Sole 24 ore

L'ufficio centrale circoscrizionale del tribunale di Roma non ha accettato la presentazione della lista provinciale del Pdl per le prossime elezioni regionali. Una conferma dell'esclusione, quindi, dopo il pronunciamento del Tar del Lazio e dopo che lunedì i vertici regionali del partito avevano presentato la lista per le elezioni di fine marzo e la documentazione elettorale sfruttando la sponda concessa dal decreto varato venerdì. «Stiamo lavorando per predisporre l'appello al Consiglio di Stato», hanno subito fatto sapere gli avvocati del Pdl.
Intanto il premier Silvio Berlusconi ha riunito nel pomeriggio a Palazzo Grazioli, con la candidata del Pdl, Renata Polverini, i tre coordinatori del partito, il responsabile regionale, Vincenzo Piso, e il sindaco Gianni Alemanno. Il Cavaliere avrebbe ribadito ai suoi la necessità di andare avanti con la campagna elettorale, a prescindere dalle decisioni dei giudici. Una campagna che sarà tutta improntata all'attacco per rispondere punto su punto alle critiche dell'opposizione. Un conto è il percorso giudiziario, sarebbe il ragionamento del premier, che prevede, come prossima tappa, il ricorso al Consiglio di stato. Un altro è la campagna elettorale che non va tralasciata e che ora, dopo gli strali del centrosinistra, va impostata come una guerra a tutto campo.

Berlusconi, tra l'altro, starebbe pensando lanciare una grande manifestazione di piazza da lanciare a ridosso delle elezioni. La manifestazione, alla quale dovrebbero prendere parte tutti i candidati del centrodestra nelle tredici regioni chiamate al voto, potrebbe tenersi a Roma il prossimo 20 marzo. Quanto all'ipotesi di rinvio del voto semplicemente non esiste, non era sul tavolo e non se ne è parlato, hanno riferito fonti del Pdl al termine del vertice.

Proprio dall'opposizione era arrivata in giornata la proposta, rilanciata dalla candidata del Lazio, Emma Bonino nel corso dell'assemblea dei candidati, di un rinvio delle elezioni. «Sarebbe l'esito più serio, semplice e comprensibile», ha detto l'ex ministro. Che ha parlato davanti al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Il leader dei democratici, però, per il momento non accoglie la proposta. «È evidente che hanno imbrogliato, il governo è l'unico responsabile e nel farsi le regole su misura hanno anche sbagliato la misura, come un sarto che non fa bene il suo lavoro. Voi avete posto un problema di legalità ma sul rinvio generale io mantengo la riserva».

Oggi, intanto, il Tar della Lombardia ha confermato la riammissione del listino di Roberto Formigoni. La sentenza di merito ribadisce dunque l'orientamento emerso nell'udienza cautelare di sabato scorso, quando i giudici milanesi avevano accolto la richiesta di sospensiva dei legali di Formigoni contro l'ordinanza della Corte di appello di Milano.

È possibile, però, che la vicenda giudiziaria non si fermi qui. Perché il Pd potrebbe impugnare la sentenza davanti al Consiglio di stato. «Non abbiamo nessun problema – ha detto stamattina Formigoni -. Noto soltanto che Penati aveva detto che non avrebbe fatto ricorso: se poi lo fa è una scelta sua. Adesso dedichiamoci a illustrare i programmi ai cittadini».

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